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Mostra e spettacolo di Rossana Gay e Paola Tintinelli

Note di regia

La Ballata delle Falene Liberamente tratto dalle opere di Virginia Woolf Ideazione di Rossana Gay Con Rossana Gay e Paola Tintinelli Nel 1928, Virginia Woolf viene invitata all’università di Cambridge per tenere due conferenze sul tema “Le donne e il romanzo”. La scrittrice all’inizio sembra in difficoltà nell’affrontare la tematica proposta, si sente incapace di trarre conclusioni significative. Ma attraverso un’analisi profonda della società, che tocca la filosofia, la poesia e la storia della letteratura, pone una questione per lei fondamentale che, molto schematicamente, può essere riassunta così: una donna se vuole scrivere e vivere della sua scrittura deve avere danaro e una stanza tutta per sé. Abbiamo accolto gli interrogativi e le riflessioni di Virginia Woolf, soprattutto quelle raccolte nel saggio che trascrive le due conferenze sopra citate “Una stanza tutta per sé” constatando che l’analisi che la scrittrice inglese conduce sulla condizione economica e culturale delle donne del suo tempo mostra ancora tante e troppe similitudini con quella attuale. Siamo partite dal desiderio di confrontarci con le immagini, le suggestioni e le domande che La Woolf pone con urgenza e il tentativo è stato quello di drammatizzare, di utilizzare il linguaggio teatrale per rendere ancora più viva la reverie poetica che pervade tutto il testo. La scena è una stanza popolata da molte donne, anime femminili che raccontano la loro storia, diverse tra loro ma con un sentimento che le unisce, il tentativo di trovare un’identità che le emancipi da una condizione di inadeguatezza come donne, come artiste. Nella stanza compare Judith Shakespeare, sorella sfortunata di William, alla quale è stato soffocato il talento artistico….una donna uccisa dal marito, che studia e ripete ossessivamente poesie e lucide analisi tratte da opere di scrittrici che hanno analizzato i meccanismi nefasti del Potere e che quando era in vita la sostenevano … due Rockstar che cantano il loro desiderio di trovare la strada per potersi esprimere, urlando i pericoli e le trappole in cui una artista deve temere e non cadere, anelando la Mente androgina… Oltre ad un tavolo con una macchina da scrivere, la scena è abitata da molte bambole (cucite con materiali di riciclo), che ritraggono scrittrici, autrici straordinarie che, attraverso la loro scrittura hanno generato bellezza, guarito ferite e aperto nuovi spazi mentali. Scrittrici, purtroppo ancora poco conosciute e poco studiate, che ci ricordano l’esistenza di fili tesi tra l’umano e il sovrannaturale, tra ciò che e visibile e ciò che è indicibile, spronandoci al sapere, ad interrogarci sul senso dell’esistenza. Alcune di loro dialogheranno in piccoli teatrini onirici.

“Per un artista è fatale pensare al proprio sesso…qualunque cosa creata sotto la spinta di quella parzialità è condannata a morire. Ci deve essere qualche collaborazione nella mente, fra la donna e l’uomo, prima che possa compiersi l’atto della creazione. Ci deve essere un matrimonio dei contrari. La mente intera deve mostrarsi nuda e aperta...”

Virginia Woolf

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