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Archivio TAN

di Fiammetta Carena
regia Maurizio Sguotti
con Tommaso Bianco, Viola Lo Gioco, Lorenzo Romano e Maurizio Sguotti
scene e costumi Francesca Marsella
disegno luci Amerigo Anfossi
responsabile tecnico Alex Nesti
produzione ass. cult. Kronoteatro
si ringrazia Nicoletta Bernardini

…ascolto solo canzoni. Perché dicono la verità. Più sono stupide e più sono vere. E poi non sono stupide...
Che dicono? Dicono “Non devi lasciarmi” “Senza di te in me non c'è vita” “Senza di te io sono una casa vuota”o “Lascia che io divenga l'ombra della tua ombra” oppure “Senza amore non siamo niente”
(Francois Truffaut/La signora della porta accanto)

In una località di mare, tre vicini di casa. Di loro non sappiamo nulla, li cogliamo solo nella loro egoistica ed un po' autistica quotidianità, intenti a difendere i propri spazi, a scrutarsi l'un l'altro non reciproco ed aggressivo sospetto. Fuori un mondo in pericolo e mentre i tre stanno barricati nelle loro villette a schiera in lontananza e via via più vicino, citando Buñuel, qualcosa esplode, distruggendosi. È la catastrofe che si avvicina. Ad un certo punto, una ragazza: impersonificazione di un sogno di infinite possibilità. Di speranze. Con sé porta il fascino dei sui pochi anni e una malinconica allegria. Cercherà di stabilire un contatto coi tre, di entrare nei loro universi sterili e contratti. Con ognuno, la ragazza, tenta di instaurare un rapporto di affetto e fiducia, ma nel loro mondo non c'è spazio per null'altro se non per sé stessi e presto, i sogni che questa figura femminile stimola in loro degradano, diventano squallidi e banali approcci. Di sottofondo la cultura e la musica latino-americana. Il reggaeton con i suoi testi espliciti e misogeni, diventa simbolo banalizzante del degrado e degli eccessi della nostra società. L’idea del mondo latino tutto colori, danza, cielo, mare e amore cela invece una storia millenaria di soprusi e schiavitù. Educazione Sentimentale, rappresenta quindi l'allontanamento dall'umano attraverso il sospetto. Là dove la fiducia e l'apertura verso il prossimo lasciano il posto al pregiudizio ed alla diffidenza, i mondi si contraggono diventando sterili ed ostili. La lotta è solo apparentemente più sotterranea. Potrebbe esserci un riscatto, un ribaltamento, se solo ci si lasciasse cullare dalle movenze e dai ritmi latini, ma ci si è spinti troppo in là ed il mondo deflagra e si imbarbarisce, diventando squallido ed abusato. Ancora una volta come in tutti gli spettacoli di Kronoteatro osserviamo un mondo al maschile declinato in varie fasce di età: un adolescente, un trentenne e una persona matura, ma in Educazione Sentimentale per la prima volta si inserisce la presenza di un personaggio femminile, una adolescente che venendo a contatto con questo universo maschile e ne rimane schiacciata. Il lavoro con i ragazzi e gli adolescenti è stato punto fondante della compagnia, in questa nostra ultima produzione abbiamo voluto inserire due giovanissimi attori non professionisti, per continuare a mantenere un contatto con le giovani generazioni. Abbiamo deciso di confrontarci con loro in una dimensione professionale perché sentivamo la necessità che fossero la vitalità e la freschezza adolescenziali ad aggiungere nuova linfa a questo lavoro che parla di solitudini, che parla dell’oggi, in maniera surreale e grottesca.

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