21-22 Novembre | Il giardino dei ciliegi
di Anton P. Čechov
drammaturgia e regia di Benedetto Sicca
produzione Teatro Ma / Ludwig
in collaborazione con Teatro Filodrammatici
con Riccardo Buffonini, Sonia Burgarello, Sara Drago, Mauro Lamantia, Giancarlo Latina, Luigi Maria Rausa, Beppe Salmetti, Carla Stara
violoncello Bruna Di Virgilio
musiche Chiara Mallozzi
assistente alla regia Astrid Casali
scenografia Maria Paola Di Francesco
disegno luci Marco Giusti
NOTE DI REGIA
Uno dei testi più rappresentati e conosciuti di A. Cechov merita oggi un percorso di riscoperta che giustifichi la stessa messa in scena. Il fallimento di una famiglia borghese e la loro consequenziale perdita di proprietà, l’emancipazione dei servi e il loro riscatto sociale emergono lampanti ad una prima lettura de il giardino dei ciliegi. Ma partendo da queste tematiche abbiamo voluto affrontare un’indagine su tutte quelle dinamiche umane che i personaggi dell’opera subiscono.
Con il giardino dei ciliegi oggi noi vogliamo raccontare del disastro di famiglie distrutte dalla crisi. Della paura di reagire alle difficoltà vendendo i beni effimeri solo perché simbolici in una famiglia, salvo poi trovarsi sul lastrico e strangolati dai debiti. Vogliamo raccontare la condizione di migliaia di famiglie, di nuovi e vecchi poveri, che per vergogna, per indole e per ignoranza, sprofondano nelle mani di chi, senza scrupoli, approfitta del disagio economico prodotto dalla crisi. I personaggi del giardino sembrano sordi che cercano di dialogare tra loro. Sembra che Cechov stesso voglia dire, gridare, poeticamente, ai personaggi di fare qualcosa per salvarsi ma, non c’è speranza, se non per chi ascolta il proprio corpo ed il proprio istinto. Lo stare cechoviano è lo stare di un’intera società, che, depressa e ansiosa, non può permettersi il pane, ma gioca alla lotteria. Vogliamo raccontare di famiglie che spesso non sono in grado di proteggersi dagli agenti esterni, specialmente se colpite da tragedie inaudite, come la perdita di un figlio. Famiglie che sembrano togliere ogni concretezza allo sguardo sulle cose concrete della vita per involvere fino al fallimento economico ed all'implosione affettiva.
TRAMA E TEMATICHE
Il giardino dei ciliegi la più lirica delle opere teatrali di Cechov, fu scritta tra il 1902 e il 1903.
La vicenda di Ljubov' Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia rispecchia la crisi di una società, la decadenza di una classe e l'affermazione di un'altra, la trasformazione di una struttura sociale e il delinearsi di un nuovo sistema di valori. Il maestoso e rinomato Giardino dei ciliegi dovrà essere messo all'asta per pagare i nuovi debiti della famiglia. Da una parte c’è Lopachin, figlio di un vecchio servo della casa, commerciante arricchito che suggerisce di abbattere il giardino e di lottizzarlo per la costruzione e la vendita di villette residenziali. Dall’altra i fratelli Ljuba e Gaiev che rifiutano la proposta senza però cercare altre soluzioni.
La pièce attraversa con precisione maniacale quelle condizioni umane, tanto care allo scrittore, pregne di idealismo, di frustrazione, di sacrificio, di velleitaria speranza in un
ipotetico benessere futuro. É la sofferenza del mutamento ad accomunare tutti i personaggi poichè in ogni trasformazione si affaccia inevitabile il continuo monito del passato. Tema centrale del lavoro, diventa quindi il “non detto”. Ogni personaggio, in difesa del proprio passato, attua, quasi naturalmente, una sorta di trasfigurazione della realtà che gli permetterà di procrastinare il necessario e imminente momento della scelta.