29 febbraio - 1 marzo | La Vecchia | Teatro Area Nord
con Marco Manchisi e Stefano Vercelli
drammaturgia e regia Rita Frongia
produzione Artisti Drama
Sinossi
Due attori e un tavolino, il comico, un copione che istiga all'improvvisazione, un cadavere, luci discrete, musiche assenti, la regia che vorrebbe sparire. Gli attori, seduti a un tavolino, tentano di sconfiggere la morte.
Un mago/rigattiere legge i tarocchi a un poeta. Il poeta, che vorrebbe essere Rimbaud, consulta il mago per conoscere l’origine del dolore che gli contorce lo stomaco a ogni risveglio. Le carte parlano attraverso la voce del mago, rivelano scenari, prevedono sparizioni, richiedono un rito magico. Una tragedia- finalmente!- solleverà il poeta dal dolore dell’anima.
Note dell’autore
Questo spettacolo parla di quello che capisci. Parla del senso nefasto della Vecchia con le parole di Rimbaud e col romanesco di Gioachino Belli. Parla quando si può, ma è dove non si può dire che nasce una risata, lì dove il linguaggio trova un limite. È oltre il limite del risaputo che trattiamo un’umanescenza che si rivela fragile, minata dalla ripetizione, dal giorno cui ne segue un altro e un altro. E la mattina ci si sveglia con lo stomaco ritorto da un’idea di vita che non si fa realtà.
Due uomini dividono un tempo alla ricerca dei tempi, dell’istante, di quel tratto che rivela.
Una commedia malincomica per attori in ascolto con un cadavere futuro.