Area Nord in Festival 2024
16 NOVEMBRE 2024 | DALLE ORE 19.00
SERATA DI DANZA CONDIVISA
BRDERLINE
ROMEO E GIULIETTA - STUDIO N° 1
di CLAUDIO MALANGONE
Concept e coreograifa Claudio Malangone
Autori/Interpreti Adriana Cristiano, Luigi Aruta
Dramaturg Gaia Clotilde Chernetich
Light designer Classico Light
Tecnico Giuseppe Ferrigno
Musica originale e Sound Designer Alessandro Capasso
Costumi Claudio Malangone
Promozione Maria Teresa Scarpa
Responsabile Produzione Hanka I. Van Dongen
Produzione Borderlinedanza 2024 con il supporto
del MIC, della Regione Campania, in coproduzione
con il festival Paesaggi del Corpo
Un uomo e una donna incarnano il mito shakespeariano di Romeo e Giulietta. Il riconoscimento
amoroso è un processo allo stesso tempo serio e giocoso dove si esprimono desiderio, consenso,
paura, sogno e idealizzazione. Di fatto, tutto sembra possibile, ma le famiglie impongono una serie di regole sociali che imbrigliano il rapporto.
L’amore diventa una challenge giovanile: agli occhi delle famiglie, una
bravata, agli occhi di Romeo e Giulietta, la rappresentazione della propria libertà. Il suicidio non
riguarda più i protagonisti e la loro vita terrena, ma il loro sentimento, che li abbandona e li lascia
svuotati, come due amanti che si sono a lungo baciati solo attraverso un velo.
a seguire
PETRANURA
GET UP
Coreografie Salvatore Romania Laura Odierna
Danzatori Francesco Bax, Caterina Lanzafame, Konstyantyn Hryhor'yev
Musiche: Mahler
Perché siamo sulla terra? Ciascuno di noi ha qualcosa di particolare da realizzare? Gli eventi che ci capitano sono solo il frutto del caso o hanno un significato? Siamo vittime dei nostri istinti e della nostra educazione o possiamo conquistare una autentica libertà?
Nel momento in cui l’individuo capisce che non è un animale sottoposto alle leggi universali del piacere e del dispiacere, dell’attrazione e della repulsione; quando scopre che ha uno spirito o un’anima o psiche, poco importa quali parole si usano, che gli permettono di controllare il suo corpo, le sue emozioni, le sue pulsioni, intuisce che la grandezza dell’essere umano è che è il solo essere vivente a potersi interrogare sul significato della sua esistenza e a poterle dare una direzione, uno scopo.
In questo periodo storico dominato da un neo-positivismo dogmatico, il porsi delle domande sull’esistenza risulta essere una illusoria perdita di tempo. Un tempo che risuona come un tamburo battente, una corsa sfrenata che ci costringe a trascorrere la parte più cospicua della nostra vita schiacciati da preoccupazioni materiali o futili.
Una cosa accomunava le diverse culture dell’antichità, sia religiose che filosofiche, la credenza nell’immortalità di una parte dell’anima: lo spirito. Per i Greci esisteva un’anima vegetativa, che presiede all’unità dell’organismo vivente; un’anima psichica, per gli uomini e gli animali; un’anima spirituale, propria dell’uomo, il noùs, che potremmo definire “spirito”.
Get up è una esortazione a risollevarsi e cercare di liberarsi dalle sabbie mobili in cui si è intrappolati, una ricerca di quei flussi impercettibili che attraversano il mondo e che investono l’essere umano nella sua interezza. Un mondo invisibile fatto di forze e di energie sottili, di cui percepiamo l’esistenza solo attraverso il cuore, lo spirito, l’intuizione.