16 - 17 maggio | Safari | Teatro Area Nord
di Domenico Ingenito
Il safari è la definizione che noi diamo a due luoghi di diversa natura: il primo è reale, il secondo è virtuale. Safari è il luogo dove l’essere umano in vacanza guarda gli animali e la natura da vicino ed è anche il luogo virtuale dove l’essere umano cerca informazioni sul mondo, su quello che gli accade intorno, sul suo tempo presente. Safari è la parola che accogliamo per dare nome ad un progetto di drammaturgia che cerca di guardare e indagare il contemporaneo nella sua veste più scomoda: l’attualità. Come il teatro può interrogarsi sull’attualità dando spazio alla parola e dunque, alla drammaturgia? Safari è la piattaforma in cui sono chiamati 4 drammaturghi di scuole differenti e luoghi differenti a scrivere dei monologhi. Trova il suo fuoco centrale nel raccontare la cronaca, dire il momento presente. La tematica è libera, quello che offriamo è un contenitore o meglio ancora una casa in cui i drammaturghi possono scegliere la tematica da poter abitare, su cui scrivere. Il progetto Safari darà luogo a due prodotti: il primo spettacolare, con la presentazione dei 4 monologhi a cadenza settimanale e la presentazione integrale degli stessi in maratona e la pubblicazione on – line di una rivista che sarà aperta anche ad altri autori su nuove tematiche di attualità. La messa in scena dei testi sarà a cura di Domenico Ingenito che in accordo con il drammaturgo e l’organizzazione faranno in modo da rappresentare con pochissimi elementi il monologo a loro dato. Necessaria condizione per la messa in scena sarà far sì che il triangolo fra il testo, l’attore e il pubblico si compia. La nostra aspirazione è fare in modo che i 4 monologhi possano risultare come una rivista che non ha il giornalismo come sua possibilità espressiva ma la drammaturgia, chi vincerà la sfida fra l’attualità che scompare nel momento in cui è accaduta e la parola teatrale che nasce per esser mandata a memoria? Il gioco resta quello di lasciare che il teatro riesca a leggere delle piccole parti di mondo e generare domande per renderci vivi.